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Sviluppare solide capacità collaborative e di gestione dei dati può rappresentare una leva significativa per raggiungere gli obiettivi net zero. Le organizzazioni devono sfruttare al massimo il potenziale dei dati per raggiungere i loro obiettivi net zero. Tuttavia, emerge anche...
Le organizzazioni devono sfruttare al massimo il potenziale dei dati per raggiungere i loro obiettivi net zero. È questo che emerge dall’ultimo report del Capgemini Research Institute intitolato Data for Net Zero: Why data is key to bridging the gap between net zero ambition and action. Tuttavia, emerge anche che se da un lato la stragrande maggioranza delle aziende riconosce il valore dei dati sulle emissioni (85%), dall’altro la metà di esse sostiene di non riuscire a utilizzarli efficacemente nei processi decisionali. Attualmente, le organizzazioni si avvalgono dei dati sulle emissioni soprattutto per misurare le performance di sostenibilità e solo in pochi casi anche per migliorare i processi esistenti o individuare le opportunità di riduzione delle emissioni attraverso strumenti di analisi avanzata. Sviluppando migliori capacità collaborative e di gestione dei dati a livello di settore, le organizzazioni hanno un’enorme opportunità di migliorare la propria sustainability footprint lungo tutta la catena del valore.
Il report, che ha visto la partecipazione di oltre 900 aziende che hanno definito i loro obiettivi net zero, ha evidenziato che oltre la metà (53%) di quelle che utilizzano i dati sulle emissioni nel loro processo decisionale ha registrato progressi più rapidi verso il raggiungimento del net zero, come una riduzione media delle emissioni del 4,6% e una maggiore trasparenza. Con il termine net zero si indica obiettivo che si applica all’intera organizzazione e alla sua value chain. Ciò significa ridurre le emissioni indirette di carbonio dai fornitori a monte fino agli utenti finali: un’impresa complessa in un mondo in cui le aziende non controllano l’intera value chain.
Per la maggior parte delle organizzazioni, la gestione e la raccolta di dati sulle emissioni Scope 3 risulta particolarmente impegnativa: in media, si stima che queste ultime rappresentino fino al 95% della carbon footprint di un’azienda, ma solo il 24% delle organizzazioni dichiara di avere un sufficiente livello di consapevolezza circa i fornitori che producono la maggior parte delle emissioni. Inoltre, meno di un terzo (30%) delle organizzazioni misura le emissioni derivanti dall’acquisto di beni e servizi e solamente il 27% quelle derivanti dall’uso dei prodotti venduti. Questo si spiega in parte con una mancanza di fiducia nei dati raccolti, che spesso si basano su stime di settore e su fonti terze. Un altro motivo è da ricercarsi nella scarsità di competenze in materia di carbon accounting, che non permette alle organizzazioni di misurare efficacemente le emissioni e applicare i dati raccolti al processo decisionale.
Dal report si evince anche che una maggiore collaborazione a livello di ecosistema per ottenere dati affidabili sulle emissioni è essenziale per fare progressi verso gli obiettivi net zero. Attualmente, meno di un terzo (32%) delle aziende dichiara di prendere parte a iniziative di ecosistema per condividere i dati sulle emissioni con realtà esterne come ONG, competitor, fornitori e clienti. Per raggiungere le zero emissioni nette, le organizzazioni devono aumentare la collaborazione con i loro fornitori per aiutarli a migliorare le competenze di misurazione e gestione delle emissioni.
Il report evidenzia inoltre la necessità di una solida base di gestione dei dati che consenta alle organizzazioni di raccogliere, consolidare e ottimizzare i dati provenienti da più fonti come parametro fondamentale per raggiungere gli obiettivi net zero in modo più smart. Questo richiede l’implementazione di meccanismi per individuare la responsabilità della decarbonizzazione all’interno delle organizzazioni, la definizione di chiari KPI per i team aziendali e maggiori investimenti nelle competenze di carbon accounting.
Inoltre, le organizzazioni devono assicurarsi che i dipendenti a tutti i livelli siano adeguatamente preparati e motivati a svolgere il proprio ruolo nel percorso verso il net zero, ma solo pochissime di loro (7%) stanno investendo per aumentare l’awareness e la formazione su temi legati alla sostenibilità e al cambiamento climatico: agire in questo senso potrebbe dare un contributo significativo per colmare la carenza di competenze.
“Anche se organizzazioni e governi hanno fissato i loro obiettivi net zero a cinque, dieci, trent’anni di distanza, ciò non significa che la sostenibilità sia un problema futuro. Il nostro pianeta è in crisi e per monitorare i propri progressi, implementare nuovi requisiti normativi o rispondere alle richieste dei consumatori, i dati e la loro analisi sono fondamentali. Sono ancora troppo poche le organizzazioni che stanno adottando un approccio davvero basato sui dati nel loro percorso verso questi obiettivi. Anche la collaborazione gioca un ruolo cruciale, sia coinvolgendo l’intera catena del valore, sia attraverso alleanze globali per migliorare collettivamente i sistemi di gestione delle emissioni. Le organizzazioni devono inoltre investire in risorse dedicate alla contabilità del carbonio e definire chiari obiettivi in termini di emissioni, in modo da passare dall’ambizione all’azione” ha dichiarato Marco Perovani, COO di Capgemini Italia.
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