Navigazione
AWS (Amazon Web Services) ha commissionato un rapporto secondo cui un valore economico di oltre 251 miliardi di euro potrebbe essere sbloccato in Italia entro il 2030 se l’adozione delle tecnologie digitale fosse accelerata. Nel 2021, la Commissione europea (CE)...
AWS (Amazon Web Services) ha commissionato un rapporto secondo cui un valore economico di oltre 251 miliardi di euro potrebbe essere sbloccato in Italia entro il 2030 se l’adozione delle tecnologie digitale fosse accelerata. Nel 2021, la Commissione europea (CE) ha annunciato il Percorso per il decennio digitale, una visione per la trasformazione digitale dell’Europa entro il 2030, suddivisa in quattro aree: competenze, infrastrutture, settore pubblico e aziende, con metriche chiave per sfidare e monitorare i progressi.
Secondo il rapporto Valorizzare il potenziale digitale dell’Italia, il decennio digitale potrebbe sbloccare oltre 251 miliardi di euro di valore aggiunto lordo (VAL), che equivale a quasi il 16% dell’attuale economia dell’Italia. Lo studio evidenzia che il 55% del guadagno stimato in termini di VAL dipende dal cloud computing. Invece di acquistare, possedere e gestire data center e server, le organizzazioni possono accedere alla potenza di calcolo, allo storage, ai database e ad altri servizi sul cloud in base alle necessità.
Per sbloccare questo valore, è necessario che i settori pubblico e privato uniscano le forze per accelerare l’adozione di competenze e tecnologie digitali, come le tecnologie cloud. L’Italia sta compiendo progressi soddisfacenti in diversi dei suoi obiettivi del decennio digitale e questi successi devono essere replicati in tutti gli altri obiettivi del decennio digitale dell’UE. Accelerare il progresso richiede un approccio collettivo tra il settore pubblico e quello privato per quanto riguarda l’adozione digitale, lo sviluppo di formazione e competenze digitali, le infrastrutture, l’imprenditorialità e il governo digitale.
Accelerazione della trasformazione digitale
Attualmente, l’Italia è ancora lontana dal raggiungere l’obiettivo dell’UE di avere il 75% delle aziende che hanno adottato servizi cloud, big data e intelligenza artificiale. Secondo le tendenze attuali, l’Italia non raggiungerà quella cifra fino al 2040. Dal rapporto emerge che:
Oggi il 39% delle società italiane ha adottato tecnologie chiave come il cloud, il 18% l’AI e il 9% i big data
L’implementazione di strumenti digitali come il Customer Relationship Management (CRM), l’Enterprise Resource Planning (ERP) o la contabilità online può aumentare la produttività aziendale del 10-25%
Se riuscissimo a incrementare l’adozione del cloud di 10 punti percentuali nelle piccole imprese in tutta Italia, questo progresso basterebbe da solo ad aumentare dello 0,6% il VAL dell’economia italiana, pari a 8,9 miliardi di euro in più
Colmare la carenza di skill
Negli ultimi cinque anni, la prevalenza complessiva delle competenze digitali di base è diminuita di 1,8 punti percentuali e, in base alle tendenze attuali, è improbabile che l’Italia raggiunga l’obiettivo dell’UE di ottenere competenze digitali di base da parte dell’80% della popolazione entro il 2030 (oggi siamo a poco più del 40%). Con il ritmo attuale di evoluzione, la percentuale di popolazione con competenze digitali di base sarà solo del 37% entro il 2030. Altri punti salienti relativi alle funzionalità presentate nel rapporto includono quanto segue:
La carenza di competenze digitali ostacola la crescita delle aziende più avanzate dal punto di vista digitale. L’83% delle aziende considera le competenze digitali importanti o essenziali e questo dato sale al 95% per le aziende ad alta intensità digitale (aziende che utilizzano un elevato livello di tecnologia digitale, come l’uso di Internet aziendale da parte dei dipendenti, il numero di specialisti ICT o le interazioni con i clienti online)
Il 38% delle aziende ad alta intensità digitale ha dichiarato che la carenza di competenze digitali ha rallentato la loro crescita, il 21% che ha aumentato i costi e il 22% che ha rallentato lo sviluppo di nuove tecnologie.
Senza aumentare l’inclusione, sarà difficile raggiungere l’obiettivo dell’UE di 20 milioni di specialisti ICT entro il 2030. In base alle tendenze attuali, il 17% degli specialisti ICT saranno donne nel 2030, con un aumento solo marginale rispetto al 16% del 2021.
digitalizzazione
Gran parte dell’impatto economico dell’agenda del decennio digitale deriverà dall’utilizzo di tecnologie come il machine learning per automatizzare le attività esistenti. È probabile che ciò acceleri la necessità per i settori privato e pubblico di sostenere la riqualificazione e il miglioramento delle competenze dei lavoratori esistenti, man mano che le descrizioni delle mansioni cambiano.
Accesso all’infrastruttura e supporto alla sostenibilità
Con il 34% delle famiglie coperte da reti fisse ad altissima capacità (VHCN ovvero Very High Capacity Networks), sarà necessario fare di più per sostenere lo sviluppo di tecnologie come l’edge computing, che consente l’elaborazione e l’archiviazione dei dati più vicino alla fonte di dati. Oltre alla trasformazione digitale, l’altro importante cambiamento strutturale che le economie dell’UE dovranno affrontare nel 2020 sarà la transizione verso un’economia decarbonizzata. Un maggiore uso della tecnologia digitale giocherà un ruolo essenziale nel sostenere questo cambiamento per promuovere la sostenibilità.
I risultati relativi alle infrastrutture e alla sostenibilità contenuti nel rapporto includono i seguenti punti chiave:
Oltre il 47% dei consumatori e oltre il 55% delle aziende hanno scelto Internet più veloce e affidabile come una delle loro priorità principali per gli investimenti nelle infrastrutture di connettività, rispetto a strade, ferrovie e aeroporti migliori
Il 90% delle aziende italiane concorda sul fatto che l’importanza attuale della sostenibilità sarà mantenuta o aumenterà come criterio nelle decisioni aziendali, ma solo il 44% di esse è convinta di disporre attualmente degli strumenti digitali adeguati per monitorare e migliorare la sostenibilità
La scelta della tecnologia e l’accesso alla migliore tecnologia sono più importanti della nazionalità dell’azienda che la fornisce. Solo il 7% delle aziende ha identificato la nazionalità del fornitore come uno dei fattori più importanti nella scelta di un fornitore di cloud
Digitalizzazione del settore pubblico
L’UE è leader mondiale per l’amministrazione digitale, ma in Italia rimane un potenziale significativo non sfruttato. Alcuni indicatori chiave del rapporto includono quanto segue:
L’Italia ha raggiunto il 69% dell’obiettivo dell’UE per i servizi pubblici digitali per i cittadini e l’89% dell’obiettivo per i servizi pubblici digitali per le aziende.
Il 62% degli italiani ha dichiarato che sarebbe favorevole ad accedere alle proprie cartelle cliniche e il 52% a confermare la propria identità online, suggerendo un potenziale di ulteriore diffusione.
Il passaggio del 10% dei sistemi IT del settore pubblico nel cloud potrebbe far risparmiare ai contribuenti italiani oltre 87 milioni di euro l’anno
Il rapporto ha riscontrato infine un’elevata disponibilità tra i cittadini dell’UE a utilizzare i servizi pubblici digitali. L’UE dovrebbe agire da facilitatore tra gli Stati membri per aiutarli a imparare gli uni dagli altri a replicare le migliori pratiche per la trasformazione digitale, come ad esempio standardizzare i dati e automatizzare le transazioni di routine.
News correlate
Passa dal cloud lo sviluppo della Sanità Digitale italiana
Oltre 190 strutture sanitario hanno presentato domanda per accedere ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Dove vanno...
Medici, social media e posta elettronica
Pubblicati suggerimenti della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCEO). Anche online vale la deontologia.
InnovazionePiù: il convegno digitale sulla tecnologia che cambia il mondo
Negli ultimi trent’anni, innovazioni tecnologiche epocali come la diffusione massiva di Internet, la rivoluzione mobile, il cloud e i social...