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Oltre 190 strutture sanitario hanno presentato domanda per accedere ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Dove vanno gli investimenti sul territorio?
Passa dal cloud lo sviluppo della Sanità digitale: oltre 190 Aziende sanitarie locali (ASL) e ospedaliere (AO) hanno presentato domanda per accedere ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza messi a disposizione dall’Avviso pubblicato a marzo 2023 nell’ambito delle Misure 1.1 “Infrastrutture digitali” e 1.2 “Abilitazione al cloud per le PA locali”. Il totale dei finanziamenti richiesti dalle strutture sanitarie su tutto il territorio nazionale per migrare in cloud dati e applicativi, è di oltre 263 milioni di euro.
L'Avviso pubblico
Utilizzando la piattaforma PA Digitale 2026, ASL e AO hanno richiesto una cifra pari a 119 milioni di euro per la Misura 1.1 “Infrastrutture digitali” e 144 milioni per la Misura 1.2 “Abilitazione al cloud per le PA locali”. Una sinergia tra le Misure, entrambe attivabili nel medesimo Avviso, che ha consentito ampia flessibilità alle strutture sanitarie nella scelta delle modalità di migrazione, con la possibilità di migrare tutti i dati e servizi verso l’infrastruttura PSN, migrare dati e servizi verso infrastrutture della PA adeguate o verso soluzioni cloud qualificate, scegliere una soluzione mista, ad esempio migrare una parte di dati e servizi verso l’infrastruttura PSN e un’altra parte verso infrastrutture della PA e o verso soluzioni cloud qualificate.
I dati confermano l’attenzione della PA verso l’ICT. Nel 2022 la Pubblica Amministrazione italiana ha speso oltre sette miliardi di euro in ICT con un aumento del 5,8% rispetto al 2021. Un dato che secondo le stime continuerà a crescere nel prossimo triennio, anche grazie ai fondi del PNRR.
Piattaforme e Infrastrutture rappresentano i principali macro-ambiti in termini di spesa, rispettivamente con il 49% e il 20% del totale, seguiti da servizi (14%), dati (8%), sicurezza informatica (4%), governance (3%) e interoperabilità (2%). Ormai pienamente diffuso è l’uso del cloud: ne fanno ricorso il 100% delle PA locali, il 95% delle Regioni e Province autonome e l’89% delle PA centrali; l’utilizzo di nome utente e password proprie per l’accesso da parte dei cittadini ai servizi di alcune PA continua invece a scendere, a favore delle identità digitali SPID, CIE e CNS.
Questi alcuni dei dati contenuti nei due Report “La spesa ICT nella PA italiana 2022” e “La spesa ICT nella sanità territoriale 2022”, pubblicati dall’Agenzia per l’Italia Digitale nell’ambito delle attività relative al “Piano triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione”.
La sanità territoriale
La spesa ICT delle strutture sanitarie territoriali fa riferimento al campione dei 168 enti rispondenti che significano l’89% del bacino di utenza, con una copertura del 90% dei posti letto per la sanità pubblica. Per le tipologie di progetti ICT, si registra una forte focalizzazione sui progetti di Cybersecurity con l’avvio di numerose iniziative, in particolare nel 2023. Il Rapporto evidenzia inoltre come la Telemedicina rappresenti tuttora un ambito importante di investimento, con l’avvio di un numero significativo di progetti nel 2022 e nel 2023. L’incremento previsto delle attività progettuali in questo ambito indirizza anche la crescita delle attività sulle infrastrutture, per la necessità di ammodernare ed estendere i sistemi, procedere alla migrazione verso il cloud o rinnovare reti e infrastrutture abilitanti i servizi di assistenza e monitoraggio a distanza.
Anche i progetti in materia di Cartella Clinica Elettronica registrano un’accelerazione rispetto al passato, sostenuti dall’esigenza di estenderne l’adozione all’intera struttura ospedaliera e di rafforzare i servizi di telemedicina, che hanno spesso determinato la necessità di integrare e ampliare le funzionalità su questo fronte. I progetti avviati e che dovranno partire si focalizzano però principalmente sull’aggiornamento dell’esistente, mentre ancora limitati sono gli investimenti verso l’introduzione di soluzioni digitali che puntino su tecnologie innovative data-driven, nonostante si assista a un incremento previsto per il 2023.
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