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Quali sono le principali sfide nella gestione degli ambienti cloud? Secondo il Global CIO Report 2022 di Dynatrace non ci sono dubbi: l’esplosione di dati generati dalle architetture cloud-native ha superato le capacità umane di gestione. Questo significa che, pur...
Quali sono le principali sfide nella gestione degli ambienti cloud? Secondo il Global CIO Report 2022 di Dynatrace non ci sono dubbi: l’esplosione di dati generati dalle architetture cloud-native ha superato le capacità umane di gestione. Questo significa che, pur utilizzando diverse soluzioni di monitoraggio e analisi dei dati, i team IT non riescono a estrarre risposte in modo sufficientemente rapido ed efficace per indirizzare la trasformazione digitale.
L’indagine ha coinvolto 1.303 CIO e manager IT che si occupano di cloud e gestione delle IT operation in aziende con più di 1.000 dipendenti. Il campione comprende 200 intervistati negli Stati Uniti, 100 in America Latina, 603 in Europa (di cui 100 in Italia), 150 in Medio Oriente e 250 in Asia Pacifico.
“Le architetture multicloud e cloud-native sono fondamentali per aiutare le organizzazioni a raggiungere i loro obiettivi di trasformazione digitale”, ha commentato Bernd Greifeneder, fondatore e Chief Technology Officer di Dynatrace. “Se da un lato le organizzazioni traggono vantaggio dalla flessibilità e dalla scalabilità che queste tecnologie portano, dall’altro l’esplosione di dati di osservabilità e sicurezza che producono è sempre più difficile da gestire e analizzare. Gli strumenti esistenti – e possono essere decine – conservano i dati in silos, rendendo difficile e costoso sbloccare gli insights quando le aziende ne hanno bisogno. Di conseguenza, le aziende faticano a raggiungere i più alti standard di sicurezza e di prestazioni nei loro servizi digitali”.
Lo scenario italiano
Se a livello globale il 71% dei CIO afferma che l’esplosione di dati prodotta dagli stack tecnologici cloud-native va oltre le capacità umane di gestione, la percentuale sale all’83% in Italia.
I team IT utilizzano in media 9 strumenti di monitoraggio per i propri stack tecnologici, ma i CIO italiani affermano hanno la possibilità di osservare solo l’11% del loro ambiente. Il 95% degli intervistati, inoltre, riscontra difficoltà nell’estendere osservabilità e sicurezza agli ambienti cloud-native e multicloud.
Quasi due terzi (63%) dei CIO affermano che i costi e i ritardi causati dalla reindicizzazione e dalla decompressione rendono difficile sbloccare il valore derivante dalla crescente quantità di dati acquisiti.
“In un mare di dati, i singoli data point sono molto più preziosi quando mantengono un contesto, ed è per questo che i team investono così tanto nel tentativo di correlare flussi diversi. Ma gli approcci manuali di oggi sono troppo reattivi e lenti, e perdono le informazioni più importanti”, ha sottolineato Greifeneder. “I team hanno urgentemente bisogno di un nuovo approccio all’osservabilità e all’analisi e gestione dei dati di sicurezza. Intelligenza artificiale e automazione devono essere alla base di questo approccio, che deve essere in grado di unificare tutti i dati e di mantenere intatte le loro relazioni e dipendenze. Questo consentirà alle organizzazioni di massimizzare il valore dei propri dati e delle proprie persone, riducendo il tempo dedicato a banali attività manuali e consentendo un’innovazione più rapida e sicura”.
Per far fronte alla crescente complessità, la quasi totalità dei CIO (97%) ritiene che AIOps e automazione siano sempre più fondamentali per mitigare la carenza di professionisti qualificati in ambito IT, sviluppo e sicurezza e per ridurre il rischio che i team si esauriscano a causa della complessità dei moderni ambienti cloud e di sviluppo.
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